Tra le ricorrenze, ha particolare significato quella del Natale, in occasione della quale, per un'antica tradizione, si suona la nenia e si costruisce il Presepe (artigianato trasformatosi in una vera arte è il presepe di Giacomo Randazzo ultimo erede di un'antica generazione di artigiani locali) Il presepe di Giacomo Randazzo si ispira alla rappresentazione del paese siciliano del dopoguerra, quando predominava ancora la cultura contadina. Nel corso degli anni l’opera è cresciuta in estensione, qualità e valore artistico-culturale, divenendo ormai un museo in miniatura della civiltà contadina, pastorale ed artigiana del nostro passato. Il presepe infatti rappresenta uno scorcio di Cinisi, come di un altro paese siciliano, nel periodo natalizio ove sono ricostruiti momenti di vita rurale ed artigiana degli anni 50.
Si possono vedere all’opera ( molte figure sono in movimento ) il ciabattino, la filatrice, il falegname, il fabbro, il panettiere ed il carrettiere.
Quella del Carnevale con allestimento di macchiette, di imponenti carri allegorici e travestimenti in maschera della popolazione, ai quali hanno dato un decisivo impulso le scuole del paese.Degna di attenzione è l'attività delle ricamatrici abilissime nel lavoro del tombolo.
Convento benedettino. Costruzione maestosa, originalissima per la sua architettura.
Domina il paese, la cui strada principale molto ampia e diritta, confluisce nell'imponente costruzione segnando il rapporto che da sempre ha legato questo monumento al paese.
Chiesa di Santa Fara.
Si possono ammirare, nella volta del coro, gli affreschi di Giuseppe Meli; nella pala dell'altare il martirio di Santa Barbara di G. Randazzo; nelle colonne del tronetto le ricche decorazioni in corallo e lapislazzuli.
Nella cappella laterale del SS. Crocifisso sono dipinti i 15 "misteri" che si attribuiscono alla scuola napoletana del '700. Nei sotterranei della Chiesa è stato allestito un museo nel quale vengono custoditi vari reperti, quali monete in bronzo e in oro, e vari oggetti del '600 e '700 che facevano parte del corredodei morti che venivano seppelliti nelle cripte (oltre 15.000). Interessante, per motivi di studio, l'archivio della parrocchia dove si trovano già sistematicamente raccolti e inventariati, i vari registri di stato civile, preziosi sotto il profilo della locale storia demografica.
Santuario delia Madonna del Furi, costruito nel 1700, presenta affreschi su ardesia, raffiguranti la Madonna e San Giuseppe.
Casa del soggiorno cinisense del Meli. Si trova nelle adiacenze della piazza principale, ed è una tipica costruzione della piccola borghesia locale.
Le torri dell'Orsa, Pozzilo e Molinazzo.La prima è stata restaurata e potrebbe ospitare convegni, incontri, gruppi polivalenti, sia durante la stagione invernale sia in quella estiva, grazie all'incantevole mare nel quale sispecchia.
Alberi di frassino si possono ancora vedere nelle montagne. Un tempo i frassineti venivano coltivati in modo estensivo tanto che il paese era uno dei principali, nella Sicilia, per la produzione della manna.
Uliveti e mandorleti, ancora oggi, caratterizzano l'agricoltura locale. Caratteristica dell'economia sono gli allevamenti di bovini, di cui esiste una razza pregiata detta "cinisara".
Il " museo ", sito in territorio di Cinisi, e avente sede in contrada Camarrone, con l'intestazione di " Villa Onorina " è proprietà dei coniugi Mignosi.
Detto Museo è nella sede sportiva del G.A.P. - Gruppo Attacchi Palermo - ed è situato in seno all'azienda agricola "Masalati", anche se la sua sede legale è quella di Viale L. Da Vinci 90153 in Palermo città n° 566.
Il museo raccoglie " legni d'epoca " databili dalla fine del 700 ad oggi . Con essi, il loro proprietario, ha inteso recuperare una parte della storia - non scritta - dal momento che le " carrozze " rappresentano un fatto culturale, di costume e di cultura di epoche diverse.
" Gli Antichi ", infatti, considerarono i veicoli strumenti di guerra e di trasporti. I Greci e i Romani ne fecero appannaggio dei politici e dei militari.
La Carrozza è figlia dell'antica " Carruca " romana. Pare sia stata inventata dagli Ungheresi, nella cittadina di Kotoe nel 1457. In Italia fece la sua prima apparizione nel 1530.
La collezione Mignosi non è la sola in Sicilia, infatti ne esistono altre.
Molti sono anche i privati a possedere legni d'epoca e che spesso, però, finiscono male.
Lo scopo del museo non è quello del vanto personale, ma quello di ricercare, inventariare il patrimonio degli " Attacchi " presente in Sicilia. Con il " Recupero " il museo intende operare anche il loro " Restauro " per evitare che se ne continui il saccheggio e che diano spazio a pseudo esperti ed ad improvvisati restauratori.
Appunto perciò, del programma del museo, fa parte la volontà di istituire una " scuola del restauro degli attacchi ".
Il Museo è aperto ed accoglie i desiderata di tutti i cittadini perché svolge anche l'attività sportiva delle " Redini lunghe " e dell'ippoterapia, singola e di gruppo .
Raccoglie legni a quattro e due ruote, un carro del 600, carri funebri, carretti nella loro tipologia di lavoro, selleria antica, di casato, moderna e recente, imboccature, fruste, basti, attrezzi agricoli, documenti storici.